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Ephéméride éclectique d'une librocubiculariste glossophile et mélomane.

Στον Σείριο υπάρχουνε παιδιά -Sur Sirius il y a des enfants - Nikos Gatsos

Ilaria Urbinati - Hope for the new year

Ilaria Urbinati - Hope for the new year


Στο Σείριο υπάρχουνε παιδιά
ποτέ δε βάλαν έγνοια στην καρδιά
δεν είδανε πολέμους και θανάτους
και πάνω απ’ τη γαλάζια τους ποδιά
φοράν τις Κυριακές τα γιορτινά τους.
 

Τις νύχτες που κοιτάν τον ουρανό
ένα άστρο σαν φτερό θαλασσινό
παράξενα παιδεύει το μυαλό τους
τους φαίνεται καράβι μακρινό
και πάνε και ρωτάν το δάσκαλό τους.
 

Αυτή τους λέει παιδιά μου είναι η γη
του σύμπαντος αρρώστια και πληγή
εκεί τραγούδια λένε γράφουν στίχους
κι ακούραστοι του ονείρου κυνηγοί
κεντάνε με συνθήματα τους τοίχους.
 

Στο Σείριο δακρύσαν τα παιδιά
και βάλαν από κείνη τη βραδιά
μιαν έγνοια στη μικρούλα τους καρδιά.

Στίχοι: Νίκος Γκάτσος
Μουσική: Μάνος Χατζιδάκις…
 

Toujours sur le blog "Antiwarsongs" : une mise en contexte de Gian Piero Testa,

La lirica di Gatsos prende l'avvio da una delle "Suites" che Federico Garcìa Lorca scrisse tra il 1920 e il 1923: esattamente quella intitolata "Noche- Suite para piano y voz emocionada" (Notte - Suite per piano e voce commossa), dentro la quale troviamo la brevissima "Cometa" che semplicemente afferma: "En Sirio hay niños" e niente più.
Forse Gatsos - mi piace immaginare - ripensò alla stella Sirio di Lorca come a un'isola parente di quella Amorgos, mai prima veduta, nella quale, nel 1943, aveva collocato la luce della vita in contrapposizione alle tenebre della guerra in cui, scrivendo, era immerso. Gatsos fu, credo, il primo greco a conoscere e a tradurre Lorca. Hatzidakis del nome di Sirio fece l'insegna della casa discografica che volle fondare per non concedere la musica alle mode e ai mercanti. La lirica di Gatsos ci ripete la nostra verità inestinguibile e il nostro inestinguibile dolore di fronte alla guerra.

puis une traduction :

CI SONO BAMBINI SU SIRIO (En Sirio hay niños)

Ci sono bambini su Sirio
mai si sentirono il cuore mancare
mai videro guerre e morti
e sopra i loro grembiulini azzurri
la Domenica portano il vestitino della festa.

Le notti quando guardano il cielo
una stella come un' ala marina
induce stranezze nelle loro teste
appare loro un bastimento lontano
e vanno a far domande al loro maestro.

Quella, bambini - risponde - è la Terra
malattia e piaga dell'universo
lì cantano canzoni scrivono versi
e instancabili cacciatori di sogni
ricamano sui muri segnali convenuti.

Su Sirio piansero i bambini
e dopo quella sera si sentirono un po'
mancare il loro cuore piccino.

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