Overblog
Editer l'article Suivre ce blog Administration + Créer mon blog

Ephéméride éclectique d'une librocubiculariste glossophile et mélomane.

Canzone per Piero - Francesco Guccini

Albarran Cabrera - This is you here # 50

Albarran Cabrera - This is you here # 50

Mio vecchio amico di giorni e pensieri, da quanto tempo che ci conosciamo,
venticinque anni son tanti e diciamo un po' retorici che sembra ieri.
Invece io so che è diverso e tu sai quello che il tempo ci ha preso e ci ha dato;
io appena giovane sono invecchiato, tu forse giovane non sei stato mai.

Ma d'illusioni non ne abbiamo avute, o forse sì, ma nemmeno ricordo,
tutte parole che si son perdute con la realtà incontrata ogni giorno.
Chi glielo dice a chi è giovane adesso di quante volte si possa sbagliare,
fino al disgusto di ricominciare perché ogni volta è poi sempre lo stesso.

Eppure il mondo continua e va avanti, con noi o senza e ogni cosa si crea
su ciò che muore e ogni nuova idea su vecchie idee e ogni gioia sui pianti.
Ma più che triste ora è buffo pensare a tutti i giorni che abbiamo sprecati,
a tutti gli attimi lasciati andare, ai miti belli delle nostre estati.

Dopo l'inverno e l'angoscia in città, quei lunghi mesi sdraiati davanti,
liberazione del fiume e dei monti e linfa aspra della nostra età.
Quei giorni spesi a parlare di niente, sdraiati al sole inseguendo la vita,
come l'avessimo sempre capita, come qualcosa capito per sempre.

Il mio Leopardi, le tue teologie: "Esiste Dio?", le risate più pazze,
le sbornie assurde, le mie fantasie, le mie avventure in città con ragazze.
Poi quell'amore alla fine reale fra le canzoni di moda e le danze:
"è in gamba sai, legge Edgar Lee Masters... Mi ha detto no, non dovrei mai pensare."

Le sigarette con rabbia fumate, i blue jeans vecchi e le poche lire,
sembrava che non dovesse finire ma ad ogni autunno finiva l'estate.
Poi tutto èandato e diciamo siam vecchi, ma cosa siamo e che senso ha mai questo,
nostro cammino di sogni fra specchi, tu che lavori quando io vado a letto.

Io dico sempre: "Non voglio capire", ma è come un vizio sottile e più penso
più mi ritrovo questo vuoto immenso e per rimedio soltanto il dormire.
E poi ogni giorno mi torno a svegliare e resto incredulo, non vorrei alzarmi,
ma vivo ancora e son lì ad aspettarmi le mie domande, il mio niente, il mio male.

Retour à l'accueil
Partager cet article
Repost0
Pour être informé des derniers articles, inscrivez vous :
À propos
une-vie-de-setter

Ephéméride éclectique d'une librocubiculariste glossophile et mélomane

Commenter cet article