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Ephéméride éclectique d'une librocubiculariste glossophile et mélomane.

La locomotiva - Francesco Guccini

Continuons notre exploration de la chanson italienne grâce au site bravissimi.org avec Francesco Guccini, aujourd'hui.

Francesco Guccini

Francesco Guccini

La bête humaine - Dobbs et Giorgiani

La bête humaine - Dobbs et Giorgiani

Francesco Guccini né à Modène le 14 juin 1940 s'installe à Pàvana pendant la Seconde Guerre mondiale, puis revient dans sa ville natale où il passe son adolescence et établit sa carrière musicale. Son premier album, Folk beat n. 1, sort en 1967, mais le premier succès est en 1972 avec l'album Radici. Critiqué après la sortie de Stanze di vita quotidiana il a répondu à ses critiques avec la chanson L'avvelenata. La production de ses albums studio a ralenti dans les années 1990 et 2000, mais ses concerts live ont continué.

Ses textes ont été loués pour leur valeur poétique et littéraire et ont été utilisés dans les écoles de poésie moderne. Guccini a gagné l'appréciation des critiques et des fans, qui le considèrent comme une figure emblématique. Il a reçu plusieurs prix pour ses travaux ; un astéroïde, une espèce de cactus et une sous-espèce de papillon ont été baptisés de son nom. L'instrument principal de la plupart de ses chansons est la guitare acoustique.

Personnage placé à gauche sur l'échiquier politique, bien que n'étant pas communiste, Guccini a traité des questions politiques et plus généralement du climat politique de son époque dans certaines chansons, comme La Locomotiva ou Eskimo.

Sources : wikiwand

La Locomotiva
Francesco Guccini

Non so che viso avesse, neppure come si chiamava
Con che voce parlasse, con quale voce poi cantava
Quanti anni avesse visto allora, di che colore i suoi capelli
Ma nella fantasia ho l'immagine sua
Gli eroi son tutti giovani e belli
Gli eroi son tutti giovani e belli
Gli eroi son tutti giovani e belli

Conosco invece l'epoca dei fatti, qual' era il suo mestiere
I primi anni del secolo, macchinista, ferroviere
I tempi in cui si cominciava la guerra santa dei pezzenti
Sembrava il treno anch' esso un mito di progresso
Lanciato sopra i continenti
Lanciato sopra i continenti
Lanciato sopra i continenti

E la locomotiva sembrava fosse un mostro strano
Che l'uomo dominava con il pensiero e con la mano
Ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite
Sembrava avesse dentro un potere tremendo
La stessa forza della dinamite
La stessa forza della dinamite
La stessa forza della dinamite

Ma un' altra grande forza spiegava allora le sue ali
Parole che dicevano: Gli uomini son tutti uguali
E contro ai re e ai tiranni scoppiava nella via
La bomba proletaria e illuminava l' aria
La fiaccola dell' anarchia
La fiaccola dell' anarchia
La fiaccola dell' anarchia

Un treno tutti i giorni passava per la sua stazione
Un treno di lusso, lontana destinazione
Vedeva gente riverita, pensava a quei velluti, agli ori
Pensava al magro giorno della sua gente attorno
Pensava un treno pieno di signori
Pensava un treno pieno di signori
Pensava un treno pieno di signori

Non so che cosa accadde, perchè prese la decisione
Forse una rabbia antica, generazioni senza nome
Che urlarono vendetta, gli accecarono il cuore
Dimenticò pietà, scordò la sua bontà
La bomba sua la macchina a vapore
La bomba sua la macchina a vapore
La bomba sua la macchina a vapore

E sul binario stava la locomotiva
La macchina pulsante sembrava fosse cosa viva
Sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
Mordesse la rotaia con muscoli d' acciaio
Con forza cieca di baleno
Con forza cieca di baleno
Con forza cieca di baleno

E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
Pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
E prima di pensare a quel che stava a fare
Il mostro divorava la pianura
Il mostro divorava la pianura
Il mostro divorava la pianura

Correva l' altro treno ignaro e quasi senza fretta
Nessuno immaginava di andare verso la vendetta
Ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno
Notizia di emergenza, agite con urgenza
Un pazzo si è lanciato contro al treno
Un pazzo si è lanciato contro al treno
Un pazzo si è lanciato contro al treno

Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
E sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
E sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria
Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!

E intanto corre corre corre sempre più forte
E corre corre corre corre verso la morte
E niente ormai può trattenere l' immensa forza distruttrice
Aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
Della grande consolatrice
Della grande consolatrice
Della grande consolatrice

La storia ci racconta come finì la corsa
La macchina deviata lungo una linea morta
Con l' ultimo suo grido d' animale la macchina eruttò lapilli e lava
Esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo
Lo raccolsero che ancora respirava
Lo raccolsero che ancora respirava
Lo raccolsero che ancora respirava

Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
Mentre fa correr via la macchina a vapore
E che ci giunga un giorno ancora la notizia
Di una locomotiva, come una cosa viva
Lanciata a bomba contro l' ingiustizia
Lanciata a bomba contro l' ingiustizia
Lanciata a bomba contro l' ingiustizia!

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